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sabato 29 agosto 2009

Il Ciuco Farfallino

Nell’ambito del programma dell’appena conclusa estate raggiolata, ha avuto luogo una splendida manifestazione che ha avuto come protagonisti gli asini. L’obiettivo di questa giornata, realizzata in collaborazione con l’associazione casentinese “Gli Amici dell’Asino” ha voluto mettere in contatto le giovani generazioni con questo animale che ha avuto un ruolo rilevante nella storia e nell’economia del paese. Nel pomeriggio i due asini dell’associazione hanno portato a spasso per i borghi del paese i tanti ragazzini che nel mese di agosto animano Raggiolo, intervallando queste passeggiate con attività informative rispetto ad alcune specificità che caratterizzano questo animale. In serata una serie di prove di abilità, realizzate nella Piazza di Raggiolo, hanno dimostrato che al di là della connotazione negativa che la parola “asino” ha assunto nella nostra storia, l’asino è un animale particolarmente sensibile ed intelligente.
Per celebrare questo splendido animale riportiamo di seguito una storia di vita vissuta, raccontata da Romeo Ristori e pubblicata sul numero 36 di Tuttoraggiolo (giugno 2007): la storia del ciuco Farfallino.

Cliccando qui potrete invece vedere le foto dell’iniziativa, all’interno dell’album Estate 2009, grazie agli scatti di Lorenzo Venturini.

Il ciuco Farfallino di Romeo Ristori
Quando avevo l’età di sei anni andavo in giro a cercare di passare il tempo sempre insieme a Silvano Ciarchi di Silvia perché eravamo molto amici, come lo siamo tuttoggi. Oliviero e Domenico, detto “il Moca”, avevano un ciuco chiamato “Farfallino” che era il mezzo di trasporto di quei tempi. Questo somaro aveva nel groppone due cestoni. Un giorno io e Silvano si stava andando a giocare insieme verso il girone dove Oliviero aveva dei campi vicino al fiume. Anche lui stava andando laggiù e vedendoci ci chiamò e ci chiese se ci piaceva salire sul ciuco. Noi accettammo felici e lui ci montò ognuno dentro un cestone e ci portò così da casa Gina fin sotto il girone. Lì scendemmo dal ciuco ma continuammo ad andare dietro a Oliviero. Quando fu il momento di attraversare il fiume per andare nel campo Farfallino si arrabbiò tantissimo e cominciò a ragliare e, liberatosi, scappò via.
Il giorno successivo, mentre si andava a cercare Farfallino si partì dalla piazza io e Silvano. Per giocare ci si tappò gli occhi con una carta e si giocava a mosca cieca e, abbracciati, si cantava la vecchia canzone “La Romanina”. Quando si arrivò sotto casa mia (alla Balza n.d.r.), dove la strada non era protetta dal muretto come oggi, Silvano mi chiese se ci vedevo bene ed io stavo per rispondere di sì quando persi l’equilibrio e si cascò tutti e due di sotto al muro. Rotolammo e finimmo dentro una valigia che era stata buttata via fra i rovi e le vitalbe. I paesani che avevano assistito alla scena corsero subito in nostro soccorso: la Gina detta “del fosso”, il Martini detto “Martellino”, e Fedoro, mio fratello, che era alla finestra di casa quando accadde il fatto. Grazie a Dio la brutta caduta si concluse senza alcun danno per noi. Farfallino, per la cronaca, fu ritrovato due giorni dopo a S. Martino in Tremoleto.
Romeo Ristori

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