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lunedì 27 gennaio 2014

RAGGIOLO E LA MEMORIA DELL’OLOCAUSTO




Ci sono date che non si possono scordare, giorni, mesi ed anni particolari che restano impresse nella nostra memoria, sempre felici di ricordarle ogniqualvolta si ripresenta il momento. Ma non esiste solo il ricordo dei momenti lieti e felici, esiste anche il ricordo di momenti tristi e di commemorazione.
Questa è la normalità della vita, siamo circondati da ricordi più o meno belli da mantenere o da scordare, poi ci sono altri eventi, che vanno al di là della normale concezione quotidiana, travolgono milioni di persone, le loro vite, i loro affetti, coinvolgono intere famiglie, intere città, intere nazioni. Queste tragedie sono così terribili che si vorrebbe solo dimenticare l’orrore, invece è doveroso ricordare. Ricordare l’olocausto.
Ogni anno la Regione Toscana, e le varie amministrazioni, si prodigano in manifestazioni di commemorazione, soprattutto rivolte alle scuole e a quei ragazzi e ragazze che ancora devono realmente imparare cosa è successo in quegli anni bui della storia europea e mondiale. Tra tutte le manifestazioni spicca però quella ufficialmente più importante: la Seduta Solenne del Consiglio Regionale della Toscana.
Era presente La Brigata di Raggiolo, tra gli invitati nell’Aula del Consiglio Regionale, per assistere alla cerimonia, ed era presente la Signora Perla Levy Calò, come testimone, invitata a parlare delle sue vicende. Proprio lei, la Signora Perla che quest’estate è tornata a Raggiolo per ricordare il periodo in cui è scappata dalle persecuzioni e dai rastrellamenti nazisti, rifugiandosi nel nostro piccolo Paese. E Raggiolo si è unito in un abbraccio di vicinanza ed affetto.
Tutti i presenti nell’aula del Consiglio Regionale hanno ascoltato con viva commozione le parole dette da questa ormai anziana e gracile signora, emozionando profondamente per la forza e l’importanza degli avvenimenti descritti: “A Raggiolo tutti sapevano e nessuno a parlato”. Così si sono salvati, ma il dramma è sempre stato presente, il vero significato della parola paura è quello che hanno provato coloro che sono stati perseguitati continuamente e duramente: ebrei, rom, zingari, omosessuali, perseguitati politici, menomati.
Nel dramma mondiale dell’olocausto è doveroso sapere cosa è successo, la storia, anche se duramente, è maestra di vita. In tutta la tragedia però spiccano uomini e donne portatori di virtù, comunità intere che hanno potuto poco, veramente poco, ma anche solo la normalità, in quel periodo, era una magnifica eccezione.
Grazie a questi piccoli esempi oggi possiamo tornare a sorridere, portandoci nel cuore la grande forza e volontà d’animo di chi ha vissuto in quel triste periodo ed è riuscito, nel suo piccolo, a salvare la vita di persone come loro. È questa l’eredità più importante, ed è questa che dobbiamo sempre tenere nel cuore e ricordare continuamente.

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