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martedì 22 settembre 2009

Corsi e riCorsi storici

I Colloqui di Raggiolo fanno finalmente "luce" sulle origini della nostra Comunità.
La quinta edizione dei Colloqui di Raggiolo si è svolta in una cornice insolita, quella della chiesa parrocchiale, essendo non ancora disponibili i nuovi locali e contemporaneamente ormai troppo angusta la sede che fino ad ora li aveva ospitati, cioè la Sala dei Corsi.
L’argomento di quest’anno, “L’immigrazione dalla Corsica alla Toscana, fra Medioevo ed età Moderna”, era impegnativo per la carenza di studi adeguati in proposito. Purtroppo all’ultimo minuto è mancata la presenza dell’ospite più atteso, il professor Jean Cancellieri dell’Università della Corsica, a causa di una banale indisposizione. Lo studioso avrebbe dovuto fare un quadro di insieme del fenomeno dell’emigrazione dall’isola al continente toscano nei secoli di passaggio tra Medioevo ed età Moderna; la sua relazione sarà comunque disponibile per gli atti, come ha precisato il presidente della sessione mattutina, professor Giovanni Cherubini.
Si è quindi iniziato con la relazione di Paolo Pelù sui rapporti economici tra la Corsica e il litorale tirrenico nei secoli finali del Medioevo. Il dottor Pelù ha illustrato i principali prodotti oggetto di esportazione dall’isola, fra i quali spiccano il vino, che era tenuto in grande considerazione, e i formaggi. Fra le schiere dei vetturali incaricati di trasportare le merci in transito da e per la Corsica il dott. Pelù ha rintracciato anche individui originari di Raggiolo.
Ha fatto seguito la relazione della professoressa Esposito, dell’Università di Roma La Sapienza, che ha illustrato i problemi inerenti al fenomeno dell’immigrazione dei Corsi nella Maremma laziale e in quella toscana, tra Quattro e Cinquecento. La studiosa ha presentato due tipologie di immigrati, quelli capaci di investire capitali nel possesso fondiario e i puri e semplici braccianti; questi ultimi andavano ad ingrossare le file della marginalità sociale e della delinquenza, e contro di loro si susseguivano bandi e censure.
Il terzo intervento è stato quello della dott.ssa Patrizia Meli, che ha presentato la figura di un immigrato corso di lusso, il condottiero di ventura Pier Andrea Gentili di Brando che militò a lungo sotto le bandiere di Lorenzo dei Medici.
La sessione pomeridiana è stata presieduta dal prof. Nocentini, dell’Università di Firenze. Il primo intervento è stato quello di Barlucchi, molto atteso perché riguardava la leggenda dell’origine corsa degli abitanti di Raggiolo, leggenda tramandata di padre in figlio fino ai nostri giorni che però stenta a trovare conferme documentarie. Pur non essendo riuscito a fare il nome di nessun corso immigrato a Raggiolo, Barlucchi ha comunque trovato le prove della presenza, tra Quattro e Cinquecento, di non meglio identificati forestieri tra le file dei Raggiolatti. Forestieri che vivevano “familiarmente” –così si esprimono i documenti- in mezzo agli abitanti originari, forestieri ingaggiati dai possessori di greggi transumanti per condurre le bestie in Maremma: ecco il punto di contatto con i Corsi, che là esercitavano in gran numero l’attività pastorizia sotto le dipendenze di padroni toscani. Questi forestieri vengono naturalizzati da un provvedimento del 1550 che Barlucchi ha illustrato. Il suo studio ha fatto così compiere alla questione un grosso passo in avanti, ma il cammino resta ancora da completare.
L’ultimo intervento è stato quello di Tiziano Arrigoni sullo scambio di tradizioni e usanze tra la Corsica e la Toscana avvenuto a seguito delle migrazioni stagionali dei secoli a noi più vicini. La vicinanza linguistica e in genere culturale tra l’isola e il continente toscano favoriva una intensa circolazione di idee, modelli e consuetudini la cui eco ancora non si è persa ai nostri giorni.
Guarda le prime foto della V edizione dei "Colloqui di Raggiolo" [clicca qui]

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