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lunedì 15 ottobre 2012

Il restauro della Croce del Pratomagno





Alzi la mano chi non è mai stato alla Croce del Pratomagno, sia chi è incallito scarpinatore o amante delle metropoli, una visita prima o poi l’abbiamo fatta tutti. Come una piccola Mecca provinciale, quel simbolo sulla sommità della montagna più alta della provincia di Arezzo rappresenta una storia culturale e sociale che riguarda noi stessi e il nostro territorio. Sia che siamo del Casentino o del Valdarno la Croce del Pratomagno è quel legame che ci unisce tutti.
Le sue condizioni non sono delle migliori, il basamento in cemento è fortemente eroso, i ferri della struttura riportano i segni del tempo e la vecchiaia si fa sentire.

Per questo e per il significato culturale, che a noi particolarmente appartiene, noi della Brigata di Raggiolo abbiamo proposto e portato avanti un’idea: restaurare la Croce del Pratomagno, un lavoro al di fuori delle nostre materiali possibilità, ma grazie alla nostra iniziale spinta si è protratto un movimento che ha ricevuto le adesioni prima dei Comuni di Ortignano e Loro Ciuffenna, poi della Provincia e di Bancaetruria. Con gli ultimi due enti si sono mossi i pezzi grossi, fornendo le capacità tecniche ed economiche per portare avanti un’opera di restauro che riguarda tutta la popolazione.

La Croce monumentale di Pratomagno sorge nell’alto della montagna (m. 1596 s.l.m.), nel punto trigonometrico dove fanno confine due Comuni casentinesi: Castelfocognano e Raggiolo, ed uno valdarnese: Loro Ciuffenna. Fu disegnata dal professore Tito Cini di Firenze; poggia su un blocco di fondazione per il quale occorsero 100 quintali di cemento. La Croce è costruita completamente in ferro; è alta 22 m e composta da 900 pezzi di ferro del peso di oltre 150 quintali. Il bassorilievo della cappella raffigurante S. Francesco e rivolto verso la Verna, porta ancora i danni dei combattimenti dell’ultima guerra mondiale. Anche i fori nei piloni in ferro del basamento furono provocati da un attacco aereo degli alleati. Altre vicende più recenti colpirono il monumento: nella notte tra il 5 e il 6 novembre 1966 i venti di tempesta, che provocarono l’alluvione di Firenze, stroncarono la Croce sopra il basamento che racchiude la cappella. Il grande manufatto in ferro crollò verso il Casentino, adagiando le grandi braccia sull’erba del Pratomagno. Per volontà unanime dei Comuni e del Corpo Forestale la Croce fu presto ricostruita, anche se un poco più piccola di quella originale, e nel 1970 tornò a sfidare i venti.



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