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martedì 10 settembre 2013

RAGGIOLO, IL TEMPO È UN SUGO CHE CUOCE SECONDO LA REPUBBLICA



A volte capita che parlano di noi senza che ne sappiamo niente, per esempio girovagando sul web si possono trovare articoli e commenti su Raggiolo che non avevamo idea esistessero. Escursionisti, turisti o amanti dei luoghi piacevoli scrivono parole di elogio nei loro spazi, condividendo con chi vuole le piacevoli sensazioni vissute e i momenti trascorsi.
Questi sono i descrittori casuali che utilizzano i propri spazi nell’immenso mondo di internet, poi ci sono i canali per così dire tradizionali: i giornali e la carta stampata. Ed è più difficile e quindi ancor più meraviglioso vedere e leggere di Raggiolo in quotidiani o riviste, in questi casi lo spazio è molto più limitato e non certo tutti hanno la possibilità di scrivere la prima cosa che gli passa per la testa.
Questa volta il piacere di leggere un articolo su Raggiolo è stato ancor più grande perché è stato pubblicato su un quotidiano nazionale: La Repubblica del 29 agosto ha visto un’intera pagina dedicata al nostro Paese.
Ma non è un classico articolo di descrizione turistica, non si parla di cosa si può vedere o come è stata la storia di Raggiolo. L’autore si è riservato la descrizione delle sensazioni provate nel passeggiare, e non si parla di Conti Guidi, ma di cosa parlava la gente del posto e della sensazione di magnifico isolamento dalle realtà caotiche.
Ed in effetti non c’è articolo migliore per descrivere Raggiolo, cosa si vede, cosa si sente, cosa si prova appena arrivati, magari casualmente con un pizzico di spirito di intraprendenza. Si riesce ad apprezzare la normalità e la semplicità, come un’anziana che cuoce il sugo per il pranzo.
Quando stiamo in città tutto questo è un fastidio: le chiacchiere della gente, i passanti che ti osservano, gli odori dalle case, passiamo e scansiamo qualsiasi rapporto umano. Invece a Raggiolo si capovolge la situazione ed essere coinvolti, sentirsi parte del luogo, diventa una necessità ricercata.
È proprio vero che la semplicità è il miglior pregio, perché l’impresa eccezionale è essere normali.

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