C’è un particolare che salta agli occhi quando si legge il
sito personale di Giovanni Guidelli (www.giovanniguidelli.it),
ma non è un particolare che salta agli occhi a chiunque. Anche nella pagina
dedicatagli di Wikipedia si nota la stessa caratteristica. In realtà si tratta
di un particolare che manca, un nome che cerchiamo con gli occhi ma che non
riusciamo a leggere, un luogo che vorremmo sia nominato ma che non lo è.
Raggiolo.
In effetti ci piacerebbe leggere il nome di Raggiolo nella
sua biografia, ma i fatti parlano chiaro: Giovanni non è nato a Raggiolo, non è
vissuto a Raggiolo e qui non ha neanche lavorato. Eppure, nonostante questo, nonostante
la sua vita appartenga ad altre città più blasonate, noi raggiolatti lo
consideriamo raggiolatto.
Come può essere diversamente? Giovanni Guidelli ha passato a
Raggiolo momenti della sua giovinezza mostrando le prime doti di musicista
insieme alle sorelle, incantando la piazza con i loro spettacoli negli anni
’70.
Basterebbe questo per renderlo benvoluto ad ogni suo ritorno
in Paese. Ma la realtà è un’altra, le radici di Giovanni, come quelle della sua
famiglia sono di Raggiolo. E basta questo per accomunarci, qualcosa di
intangibile che abbiamo in comune e che ci lega nonostante non esista una
diretta conoscenza. Basta sapere di provenire da Raggiolo e questo rende già
fraterna una semplice conoscenza.
E se poi Giovanni ha avuto la bravura di mettere in pratica
le sue doti di attore rendendosi noto a livello nazionale tramite fiction di
successo, noi lo ammiriamo non solo per la capacità, ma perché c’è
qualcos’altro che ci porta a propendere per lui.
L’esempio dell’attaccamento al raggiolatto Giovanni? L’estate 2013 a
Raggiolo, dove è tornato entusiasta a presentare il suo primo lavoro di
scrittore, il romanzo “L’urna degli zoppi”. La sala dell’Ecomuseo non aveva più
un posto libero e tutti si pendeva dalle labbra dell’oratore. Grazie alla sua
maestria e alle capacità imparate in anni di carriera ha incantato il pubblico
rendendo omaggio ed onore a questo piccolo paese e alle sue persone che
“tifano” per lui quando esibisce le proprie doti, che siano musicali, teatrali
o letterarie.
In questa occasione, Giovanni ci ha mostrato che non è solo
un artista, ma anche un cultore letterario. Non è semplice scrivere un romanzo
storico, ma quando lo si fa interessandosi dei particolari, studiando i luoghi,
i personaggi, inventando una trama che trova una reale base storico-culturale,
allora si mostrano veramente tutte le capacità di cui si è in possesso. E forse
ancora tutto non è stato scoperto dato che Giovanni si sta prodigando in
cortometraggi, per i quali gli facciamo i più calorosi in bocca al lupo, così
come ci auguriamo che abbia continuo successo la sua carriera da attore e da
scrittore, dato che i romanzi scritti sono due: dopo “L’urna degli zoppi” c’è
“Aka Cerbero”.
Raggiolatto Giovanni, dovunque sarai e qualunque
successo avrai ci sarà sempre un gruppo di persone che ti sosterrà. C’è un
intangibile filo che ci lega e ti ringraziamo per averci donato bei momenti nel
nostro piccolo Paese, che speriamo ti
sia sempre caro.
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