Da quasi
venticinque anni la Brigata di Raggiolo si occupa del paese, partecipando
attivamente all'Ecomuseo del Casentino, ai rapporti con l'Università e di
recente alla rete dei Borghi più belli d'Italia. Con i suoi 236 soci la Brigata
è un punto di riferimento per le attività culturali, sociali e turistiche del
paese e del Comune. Molteplici le iniziative di promozione e di crescita, le
realizzazioni strutturali. Per questo riteniamo doveroso intervenire sulla
vicenda della fusione dei comuni.
Il 28 e
29 ottobre gli abitanti del Comune di Ortignano Raggiolo (876 abitanti)
decideranno se rimanere autonomi come lo sono da sempre o confluire in una mega
fusione con Bibbiena (12.500 abitanti) e Chiusi della Verna (2200).
Siamo il
classico vaso di coccio tra vasi di ferro. Non possiamo fare a meno di notarlo.
Non abbiamo preconcetti, tanto meno nostalgie municipalistiche o timori di
cambiamento. Teniamo al bene del nostro Comune e di Raggiolo in particolare.
Per
ottenere questo risultato siamo mossi da ragioni concrete.
Ne
derivano una serie di riflessioni importanti per il nostro futuro.
Non è
facile parlare di unione con comuni così disomogenei. Un territorio vasto e
molto diverso per vocazioni, tradizioni e numero di abitanti, che dalla punta
della Verna raggiungerebbe la Croce del Pratomagno. L'unione non dovrebbe
presupporre una coerenza territoriale che questa aggregazione contraddice? Ci
pare lo specchio del naufragio della politica, incapace di proporre un disegno
organico del Casentino.
Allora
come impedire che i nostri 876 abitanti anneghino nel mare dei 15.000 di
Bibbiena e Chiusi perdendo insieme all'autonomia ogni potere decisionale? Con
questa esagerata sproporzione quale partecipazione ci potrà essere da parte
nostra al governo del nuovo Comune?
In
politica contano i rapporti di forza e noi non saremo in grado di eleggere da
soli nemmeno un consigliere comunale. Purtroppo questa è la realtà.
Come lo
è il fatto di diventare solo una modesta frazione e di non comandare più a casa
propria.
Chi è a
favore della fusione accetta questo stato di cose scambiando l'autonomia col
denaro del premio di fusione. Insomma, libertà per quattrini. Questa è
l'alternativa.
Ma i quattrini promessi arriveranno anche a Raggiolo e
saranno davvero tutti quelli che dicono i fautori della fusione? Mica facile
con l'aria che tira. Tutto sembra essere fatto in funzione del dio denaro, ma
non sfugga che le fusioni si fanno per risparmiare. Il premio, compatibilmente
con le esigenze di bilancio della Regione, sarà erogato in un periodo
lunghissimo di dieci anni (solo 150 euro a abitante all'anno) e dovrà essere ridistribuito in un territorio molto
complesso da governare per estensione geografica e diversità di politiche di
gestione e sviluppo. Sarà in grado di dare un contributo allo sviluppo in
termini reali?
Comumque
dovranno essere definite le priorità di intervento. Da dove si comincia?
C'è poi tutta la macchina amministrativa da far funzionare con i
dipendenti da riorganizzare, aspetto per niente secondario. Basta guardare a
fusioni recenti come Pratovecchio Stia e alle problematiche emerse, nonostante
la vicinanza di due capoluoghi.
E torniamo
al punto più importante: quali sono le effettive garanzie che per noi
dovrebbero sorreggere le promesse che si fanno?
Una maggioranza così schiacciante
cambia qualsiasi patto quando vuole, come vuole. Non abbiamo peso elettorale,
che inesorabilmente si concentra in popolazioni più numerose che esprimono
consensi corposi, di quelli che consentono di governare il nuovo comune, anche
senza di noi e senza il nostro avallo.
Così prima di noi verranno, giocoforza,
le risposte alle esigenze di Bibbiena, legate all’industrializzazione e a tutte
le questioni sociali correlate, oggi purtroppo aggravate dalla disoccupazione,
dal degrado del paesaggio e dall’inquinamento. E prima di noi verranno
le risposte dovute ad un luogo come la Verna, visitato ogni anno da centinaia
di migliaia di pellegrini e turisti di tutto il mondo.
E siamo sempre al punto di
partenza, quello della mancanza di potere da parte nostra. Per noi si parla
solo di strutture consultive, non di governo. La differenza è di sostanza e la
legge non offre varchi diversi.
Quindi
quali impegni gli altri possono effettivamente assumere nei nostri confronti?
Chi sono
poi gli altri? Di quale compagine si parla? Si fanno promesse e programmi, ma
gli elettori di Bibbiena e di Chiusi hanno già dimostrato molta mobilità, per
cui con chi si pensa di stringere patti che possano essere mantenuti alla prova
dell'elezione del nuovo Sindaco del Comune di Casentino-La Verna?
Francamente
ci sembra che le cose non siano proprio chiare.
E ci
chiediamo se di fronte a tante incertezze, nonostante i buoni propositi di
qualcuno, non rischiamo di essere la vittima sacrificale per superarere la
soglia fatidica dei 15.000 abitanti e consentire di rinnovare qualche mandato
amministrativo.
E' importante a nostro avviso riflettere
su tutto questo,
perchè poi non sarà possibile tornare
indietro.
In caso
di fusione non potremo più cogliere le opportunità della nuova Legge sui
Piccoli Comuni sotto i 5.000 abitanti, approvata di recente e che
prevede benifici, sgravi e finanziamenti.
Ancora
di più quindi la qualità dell'ambiente, la bellezza del paesaggio e dei piccoli
centri storici, le potenzialità economiche legate alla natura, alla foresta e
ai fiumi sono la nostra vera ricchezza. E il nostro Comune la governa da
secoli.
Il
meglio dell'Italia sta in questo e noi siamo in grado di stare in prima fila in
tale contesto di eccellenza. Siamo piccoli, ma non siamo gli ultimi. Tanto meno
vorremmo diventarlo ora e sparire per sempre.
La Brigata di Raggiolo
Nessun commento:
Posta un commento