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lunedì 30 settembre 2013

mercoledì 18 settembre 2013

L'ABBRACCIO DI RAGGIOLO



Ci sono giorni che rimarranno impressi nella storia per ciò che hanno significato e per le terribili conseguenze che sono scaturite da decisioni insensate, frutto di logiche malsane e progetti diabolici.
Il 18 settembre purtroppo è uno di quei giorni, nel 1938 vennero lette per la prima volta le leggi razziali fasciste, da quel giorno niente fu come prima.
Purtroppo la storia è conosciuta e queste righe non saranno una ennesima riproposizione delle cronache nazionali del tempo, quello che però è avvenuto a Raggiolo dipende da quegli eventi nazionali. Seppur nella situazione disperata di quel periodo, ci fu uno spiraglio di luce proprio a Raggiolo, molto piccolo, ma che contribuì a salvare delle vite.
L’11 agosto 2013 si è svolta a Raggiolo una giornata di commemorazione per ricordare questi eventi, a molti sconosciuti, ma che devono tornare alla luce, per mostrare che anche nel nostro piccolo i raggiolatti sono stati capaci di un coraggio e di una umanità di cui dobbiamo essere orgogliosi e fieri.
Nel 1944 le famiglie ebree Funaro, Levi e Calò abitavano nei dintorni di Firenze e il caso volle che la domestica di una delle famiglie era di Raggiolo. Con questa conoscenze le famiglie ebree vennero convinte a sfollare a Raggiolo per sfuggire ai rastrellamenti nazifascisti. Nel nuovo ambiente Casentinese gli ebrei “forestieri” trovarono subito accoglienza e protezione, riuscendo a sfuggire alle persecuzioni.
La giornata di commemorazione ha voluto ricordare proprio questo fatto, scritto anche nella targa di pietra affissa sulla sede dell’Ecomuseo: tutto il Paese era a conoscenza, ma nessuno parlò.
E così la signora Perla Levi Calò è voluta tornare nei luoghi che l’hanno ospitata bambina, rivedere tutte quelle persone ormai anziane che sono state la sua compagnia in quel periodo, e con loro rivivere le emozioni e i ricordi che hanno portato ad un lieto epilogo.
La cerimonia ha visto l’inaugurazione della targa di pietra a perenne ricordo e un commovente susseguirsi di ricordi ed emozioni nella sala dell’Ecomuseo, dove i paesani hanno ricordato i vari aneddoti di quel periodo. Le parole pronunciate dai figli degli ebrei accolti a Raggiolo ha ricordato quanto sia importante il valore della vita umana e del rispetto reciproco, concetto ribadito anche dalle parole inviate dall’ambasciata israeliana.
La Signora Perla ha voluto fortemente questa giornata, e nonostante la sua età è riuscita a resistere ad una quantità di emozioni che farebbero crollare chiunque. Tenacia frutto delle esperienze vissute e di una grande forza di volontà. E noi tutti dobbiamo essergli grati, in quei tragici momenti è riuscita a far emergere il lato umano di una semplice popolazione contadina casentinese, troppo attaccata alla vita per essere colpevoli di spionaggi contro persone inermi ed innocenti.
Tutta la giornata è finita con un ricordo che sarà perpetuo e materiale, oltre alla targa di pietra la Signora Perla ha voluto contribuire economicamente all’acquisto, da parte del Comune, del seccatoio del Cavallari, donando così all’intera comunità di Raggiolo la completezza del percorso della Castagna, punto cruciale per il mantenimento delle nostre tradizioni.
Grazie a tutti, a chi in quei giorni ha vissuto momenti terribili, ma non ha ceduto e grazie a tutti coloro che oggi hanno riportato alla luce ricordi e fatti straordinari che non potevano cadere nell’oblio. 
Manteniamo la memoria, è frutto di momenti terribili, ma è da questi che siamo in grado di impegnarci per vivere in un mondo migliore.

domenica 15 settembre 2013

I COLLOQUI DI RAGGIOLO - ” IL CRINALE APPENNINICO: CERNIERA E CONFINE” IX GIORNATA DI STUDI




Proprio in coincidenza dell’inizio dell’autunno, nel pieno periodo in cui i castagni permettono la raccolta del loro prezioso frutto, la Brigata di Raggiolo entra nel pieno delle sue forze organizzando il primo dei due maggiori eventi che ci contraddistinguono.
I Colloqui di Raggiolo rappresentano un fiore all’occhiello delle iniziative culturali dell’intero Comune di Ortignano Raggiolo, la collaborazione con l’Università di Siena è un’eccellenza grazie alla quale abbiamo potuto scoprire tanto della nostra cultura. La scoperta della fondatezza delle origini corse di alcune famiglie Raggiolatte è uno delle tante scoperte e valorizzazioni dei tesori non tangibili presenti nelle nostre tradizioni.
La collaborazione con l’Università di Siena, attraverso queste giornate di studi, è arrivata alla IX edizione, e quest’anno si parla del crinale appenninico. Non potevamo non affrontare questo argomento dopo il magnifico restauro e la valorizzazione della Croce del Pratomagno. Questo simbolo rappresenta una piccola parte del crinale appenninico, il quale verrà analizzato dagli studiosi attraverso i suoi molteplici aspetti, caratterizzanti della nostra cultura, delle nostre tradizioni e del nostro modo di essere casentinesi.

Raggiolo (Arezzo), 21 settembre 2013

Il crinale appenninico:


cerniera e confine

I Colloqui di Raggiolo

IX Giornata di Studi

«Locus per se» è un'espressione che ricorre spesso nelle pergamene del pieno Medioevo per indicare un'area geografica raccolta intorno ad un potere locale («dominatus loci»); ma dal piano strettamente politico il termine passa poi a significare un luogo omogeneo per consuetudini, rapporti sociali ed economici, modalità di utilizzo delle risorse, linguaggi. Quest'anno ai Colloqui di Raggiolo vogliamo provare a considerare il crinale appenninico -in particolare quello casentinese- come un «locus per se», interrogandone il paesaggio, la viabilità, alcuni momenti storici significativi, aspetti della religiosità, infine il ruolo nella cultura e nella linguaggio. Anticamente infatti il crinale montano non aveva quella immediata accezione di confine naturale che possiede oggi, creazione artificiale dell'epoca degli stati nazionali: era forse più una cerniera che un limite, semmai una soglia da attraversare.

Dott. Andrea Barlucchi – DSFUCI Arezzo

Programma:
Saluti del Presidente della Brigata di Raggiolo
 e del Sindaco di Ortignano - Raggiolo

Mattina (ore 10)
P. Piussi – A. Bresciani
Lettura e interpretazione del paesaggio forestale del crinale appenninico
V. Cimarri
Alpes transire. Crinali, viabilità e valichi del Pratomagno in età medievale
G. Riganelli
Tra Longobardi e Bizantini: la realtà casentinese

Pomeriggio (ore 15)
M. Sensi
Una tebaide bassomedievale nel Pratomagno: eremiti delle grotte, terziari regolari di fra' Tomasuccio, Girolamini, nei secoli XI-XV
G. Parigino
Rapporti economici e forme di gestione delle risorse naturali in età moderna. Il crinale nelle leggi e nel patrimonio dei Medici
S. Micali
Il romanzo sull'Appennino: Eco e dintorni
A. Nocentini
Lo spartiacque linguistico tra Casentino e Romagna

Ancora una volta siamo in prima fila, impegnandoci per salvaguardare la storia e le tradizioni di Raggiolo, attraverso iniziative che non verranno ricordate solamente attraverso fotografie, ma attraverso il metodo più efficacie e produttivo esistente: la cultura.

martedì 10 settembre 2013

RAGGIOLO, IL TEMPO È UN SUGO CHE CUOCE SECONDO LA REPUBBLICA



A volte capita che parlano di noi senza che ne sappiamo niente, per esempio girovagando sul web si possono trovare articoli e commenti su Raggiolo che non avevamo idea esistessero. Escursionisti, turisti o amanti dei luoghi piacevoli scrivono parole di elogio nei loro spazi, condividendo con chi vuole le piacevoli sensazioni vissute e i momenti trascorsi.
Questi sono i descrittori casuali che utilizzano i propri spazi nell’immenso mondo di internet, poi ci sono i canali per così dire tradizionali: i giornali e la carta stampata. Ed è più difficile e quindi ancor più meraviglioso vedere e leggere di Raggiolo in quotidiani o riviste, in questi casi lo spazio è molto più limitato e non certo tutti hanno la possibilità di scrivere la prima cosa che gli passa per la testa.
Questa volta il piacere di leggere un articolo su Raggiolo è stato ancor più grande perché è stato pubblicato su un quotidiano nazionale: La Repubblica del 29 agosto ha visto un’intera pagina dedicata al nostro Paese.
Ma non è un classico articolo di descrizione turistica, non si parla di cosa si può vedere o come è stata la storia di Raggiolo. L’autore si è riservato la descrizione delle sensazioni provate nel passeggiare, e non si parla di Conti Guidi, ma di cosa parlava la gente del posto e della sensazione di magnifico isolamento dalle realtà caotiche.
Ed in effetti non c’è articolo migliore per descrivere Raggiolo, cosa si vede, cosa si sente, cosa si prova appena arrivati, magari casualmente con un pizzico di spirito di intraprendenza. Si riesce ad apprezzare la normalità e la semplicità, come un’anziana che cuoce il sugo per il pranzo.
Quando stiamo in città tutto questo è un fastidio: le chiacchiere della gente, i passanti che ti osservano, gli odori dalle case, passiamo e scansiamo qualsiasi rapporto umano. Invece a Raggiolo si capovolge la situazione ed essere coinvolti, sentirsi parte del luogo, diventa una necessità ricercata.
È proprio vero che la semplicità è il miglior pregio, perché l’impresa eccezionale è essere normali.