Il coraggio di "Anna" nella piazza di Raggiolo

Lo avevamo detto fin dall’inizio: Cinema al chiaro di luna non è una rassegna pensata per addormentare le serate estive, ma per tenerle vive, vigili, attente. In un tempo in cui sembra che l’intrattenimento debba essere solo leggero, abbiamo scelto di proporre film che fanno pensare, che scavano, che parlano di futuro e di comunità. È stata una scelta coraggiosa, e proprio questo coraggio ha trovato ieri sera un riflesso naturale nella storia di Anna: un coraggio ostinato, capace di resistere anche quando tutto sembra franare.

Un film che ha già conquisto molti premi prestigiosi, ma che resta una storia di "impegno civile", con tutte le sue contraddizioni. 

A Raggiolo, ogni proiezione è diventata un atto di presenza, un segnale lanciato contro lo spopolamento e l’indifferenza. La rassegna è cresciuta passo dopo passo: dal sorriso che invita a restare di Un mondo a parte, alla promessa educativa de Il maestro che promise il mare, fino alla battaglia senza compromessi di Anna, che ha scosso la piazza. E giovedì prossimo si concluderà con la resistenza silenziosa di Leggere Lolita a Teheran. Quattro storie diverse, legate da un filo unico: la cultura come resistenza, il coraggio come forma di vita.

E il pubblico ha risposto oltre ogni attesa. Anche ieri la piazza era piena, ma più dei numeri ha contato il modo in cui le persone hanno partecipato: condivisione vera, empatia profonda. Hanno seguito Anna nella sua lotta, pur sapendo che non è un personaggio facile, che non cerca di conquistare simpatie, ma ti sfida con lo sguardo, con la durezza delle parole, con una forza che non lascia scampo.

Poi è arrivata la pioggia, a metà proiezione. Un ospite inatteso, che poteva interrompere tutto. Invece no. La comunità non ha abbandonato la piazza: ha accolto l’invito del presidente Franceschini e si è spostata nella sala dell'Ecomuseo. Lì, grazie all’abilità “magica” di Lorenzo Venturini e alla collaborazione di tutti, la proiezione è ripresa dal punto esatto in cui si era fermata.

Pur di accompagnare Anna fino alla fine, il pubblico si è stretto in quella sala, chi seduto, chi in piedi, chi appoggiato a un muro. Nel film, ad un certo punto, Anna parla di un ulivo che si piega senza spezzarsi, per resistere al vento. Quel simbolo di resilienza ieri ha preso corpo ne "La Brigata” di Raggiolo: piegarsi davanti alla pioggia, ma non cedere. Improvvisare, smontare e rimontare, trasformare un imprevisto in forza. Dopo la cenetta di martedì, possiamo dire senza esitazioni: Brigata 2 – Pioggia 0.

Il momento più bello è stato alla fine, quando quell’applauso liberatorio ha riempito la sala dell'Ecomuseo, che Franceschini ha definito “la chiesa civile della comunità di Raggiolo”. Era il segno che tutti avevano fatto insieme un pezzo di strada, portando a termine non solo un film, ma un’esperienza collettiva.

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