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lunedì 28 aprile 2014

SALVIAMO IL PAESAGGIO!



Come se fosse la scena di un delitto, partiamo subito dalla data, dal luogo e dall’orario:

10 MAGGIO - ECOMUSEO DELLA CASTAGNA DI RAGGIOLO – 17.00

Presentazione del libro:

SALVIAMO IL PAESAGGIO!
Manuale per cittadini e comitati: come difendere il nostro territorio da cemento e grandi opere inutili
di Luca Martinelli. Ed. Altreconomia
Intervengono, oltre all’autore, Marina Marengo, Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali e Andrea Rossi, coordinatore dell’Ecomuseo del Casentino.
In collaborazione con il Gruppo d’Acquisto Solidale del Casentino (GAS) che offrirà un assaggio di prodotti tipici.
Info: 0575-507272

Abbiamo forse alibi? Non sto costringendo a partecipare in tutti i modi alla presentazione del libro “Salviamo il Paesaggio!” a Raggiolo, pena persecuzioni còrse. In realtà il valore di questa presentazione sta nel mettere a conoscenza l’importanza del paesaggio e di cosa possiamo fare per tutelarlo, o meglio salvarlo.
Tutti ne abbiamo capacità, attraverso la nostra conoscenza e partecipazione nel far si che il territorio in cui viviamo non sia deturpato da opere inutili e dannose.
È fondamentale conoscere e partecipare, senza lasciarsi cadere in isterismi da sindrome NIMBY (Not In My Back Yard) per la quale sono osteggiate tutte le opere che ricadono nelle vicinanze dei luoghi in cui viviamo. Bisogna capire l’utilità e il danno, il pro e il contro, le necessità di una comunità e la salvaguardia del territorio e del paesaggio.
Sono argomenti delicati, ma fondamentali, per i quali è necessaria una conoscenza ragionevole. Il punto di partenza può essere proprio da Raggiolo, con questo libro sulla difesa e la salvaguardia del territorio, da leggere in maniera critica per elaborare un proprio pensiero sull’argomento.
La nostra attività deve essere critica su tutte le opere che ci circondano, ma soprattutto costruttiva e volta al miglioramento, senza aver paura di scontrarsi con altre persone. La Brigata di Raggiolo porta avanti questo pensiero ormai da venti lunghi anni, creando contrasti ed attriti al fine di migliorare il nostro piccolo Paese.
Se oggi Raggiolo è il più bel centro rurale di tutto il Casentino, un po’ di merito è anche nostro e di tutti coloro che ci supportano: i nostri soci.

martedì 15 aprile 2014

L’IMPORTANZA DI ESSERE IL 30/A



Non è certo un vanto essere il secondo classificato, quello che arriva dopo, il sostituto presente solo perché c’è chi è più importante di te. Ragionamenti che possono essere condivisi dalle persone e che riguardano le loro emozioni, in realtà valgono anche per gli oggetti inanimati, per ciò che ci circonda ed anche per i sentieri naturalistici.
Esiste un importante sentiero che collega Bibbiena al Pratomagno, il sentiero
CAI n. 30, dall’Arno ai prati del crinale, vicini alla Croce monumentale restaurata. Lungo più di 20 km risale tutto il massiccio, inoltrandosi tra campi, prati, boschi, castagneti e faggeti, attraversando piccoli gruppi di case di campagna, paesi come Ortignano e borghi come Raggiolo, ultimo centro abitato prima di affrontare l’ultimo tratto di salita verso la sommità.
Proprio da quest’ultimo Paese parte anche un altro sentiero CAI, il 30/A, solo dal nome potrebbe sembrare che sia solo una bretella aggiunta recentemente per collegare un breve tratto in modo da “facilitare” qualche passeggiata. Non è vero!
Il sentiero CAI 30/A collega Raggiolo a Garliano e misura più di 10 km, ed è un sentiero bellissimo. Soprattutto nel primo tratto da Raggiolo a Quota, si possono trovare scenari magnifici, quasi da non crederci per un sentiero con un nome aggiunto, da secondo in classifica.
La prima perla che si trova appena usciti da Raggiolo è il Ponte dell’Usciolino, una meravigli architettonica in stile romanico che attraversa il Teggina, tutto il selciato del sentiero è lastricato, in maniera eccellente, quasi da far invidia alle lastricature del borgo di Raggiolo. Questo proprio perché era un percorso importantissimo per la prima comunità di Raggiolo, al termine del suo percorso , infatti, ci sono i ruderi di Sant’Angelo. Ovvero la prima chiesa della comunità, punto fondamentale per il paese e tutto il circondario.
Questo è il motivo principale della cura con cui è stato posato il lastricato, il nucleo incastellato e il centro religioso, punti cardine della società medievale. Intorno a questo collegamento sociale, culturale e religioso: l’ambiente. L’esposizione a sud del terreno rende fiorente il bosco di querce, ma nei tempi antichi è stato lavorato fino a terrazzarlo completamente in tutta la sua estensione, e le strisce rese coltivabili hanno dato i frutti più insoliti per un ambiente quasi montano: grano, olive, patate e uva, dalla quale nasceva un vino forte e aspro come la terra duramente lavorata e resa produttrice di vita.
La Brigata di Raggiolo vuole riportare alla luce non solo la cultura del luogo, ma anche questi esempi di bellezza che racchiudono in se l’essenza e lo spirito di Raggiolo. Il lastricato della via di Sant’Angelo, il sentiero CAI 30/A, è stato ripulito e recuperato nell’agosto del 2013 grazie ad un campo di lavoro aperto a tutti di 4 giorni. È stato un piacere ed una soddisfazione enorme vedere tornare alla luce quelle pietre cariche di storia, ma non è finita qui. Anche nel 2014 continueremo l’opera di recupero dell’originale sentiero, grazie a coloro che parteciperanno con passione a questo progetto.
La soddisfazione più grande sarà quella di veder
le pietre calpestate di nuovo, da chi si vuole fare una passeggiata tra Raggiolo e Quota e oltre, meravigliandosi di trovare un così curato selciato all’interno del più fitto bosco. Il CAI di Arezzo ha già potuto compiacersi di tale fascino nell’ottobre 2013 con un’escursione che ha compreso il sentiero 30/A.
Recuperare sentieri vuol dire recuperare cultura e sarà nostro impegno affinché questa pagina della nostra storia venga letta dagli escursionisti e dai passeggiatori. La collaborazione con il CAI di Arezzo passa anche attraverso questi episodi, non c’è soddisfazione più grande che vedere la partecipazione alle escursioni per mostrare la nostra cultura, e da qui sarà ancor maggiore il nostro impegno nel recupero e nella manutenzione dei sentieri raggiolatti.