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mercoledì 7 gennaio 2015

IL CASTAGNO DI LUCIANO



Questa volta non scriverò degli eventi de La Brigata di Raggiolo, e neanche del Paese stesso, questa volta racconterò una vicenda che riguarda l’ambiente circostante, vivo ed attivo nonostante il periodo sonnolento dell’inverno.
L’episodio comincia naturalmente a Raggiolo, precisamente presso la Bottega del Gambini, punto fisso della vita paesana, all’interno del Bar c’erano due avventori, raggiolatti doc, uno di questi era Luciano Zacchi. Il fine pomeriggio di martedì 23 dicembre appena passato porta ovviamente a fermarsi più del solito per fare due chiacchiere e per scambiare gli auguri natalizi, magari parlando del presepe e dell’albero in Piazza, della nuova lastricatura della Piazza o del seccatoio del Cavallari in fase di restauro. Ma l’argomento più tirato in ballo, è, ormai dalla notte dei tempi, il tempo meteorologico, con la classica affermazione che non esistono più le stagioni di una volta. Ebbene si, anche questa volta il discorso virò sulle temperature troppo calde e  sulla pioggia mancante, fino a che Luciano esclamò: “Ce l’hai la macchina fotografica? Vieni con me, ti porto a vedere una cosa che non hai mai visto e che neanche io ho mai visto in tutta la mia vita, bastano 5 minuti”. Sorpreso dall’affermazione ed effettivamente incuriosito mi sono lasciato convincere nonostante l’ora si avvicinava sempre più alla cena. Ebbene, in quei fatidici 5 minuti, siamo saliti sul fuoristrada, abbiamo raggiunto la Raggiolana, la zona sopra Raggiolo, seguendo la strada sterrata che si inerpica nel bosco, proseguito ancora per poco fino a che Luciano si è fermato, ha accostato in modo che i fari illuminassero la base di un bellissimo castagno. A questo punto devo ammettere che in quei 5 minuti ho pensato a fantastiche e mirabolanti scoperte, in realtà i fari hanno illuminato tre piccole piantine di castagno appena nate, proprio quelle in fotografia.
Mistero svelato, ecco quello che dovevo vedere e non avrei mai dovuto aver visto in vita mia, eppure di castagni, grandi o piccoli ne ho sempre visti e non solo io. Ma è il contesto che rende questo evento straordinario, è il 23 dicembre, pieno inverno, quando mai i castagni sbocciano in inverno? In effetti se ci riflettiamo è qualcosa di meraviglioso ma anche di tremendo.
Solo gli occhi esperti di Luciano potevano accorgersi di una minuscola piantina sul ciglio della strada, ai piedi di un maestoso castagno Raggiolano. Questo fatto ci deve far riflettere, un lavoratore del bosco che in vita sua non ha mai visto niente del genere è un segno inconfondibile, la natura è in continua evoluzione e ci stiamo veramente avvicinando ai tanto proclamati cambiamenti climatici? È prematuro dirlo, ma di sicuro non possiamo restare indifferenti, la nostra priorità di salvaguardia ambientale deve essere e restare sempre alta
dissesto idrogeologico da una parte e maltrattamento del bosco da parte di chi lo attraversa dall’altra non fanno che deprimere le possibilità di sviluppo anche economico che abbiamo. Per non parlare del cinipide galligeno del castagno, la malattia frutto della globalizzazione ha mostrato il suo terribile potere questo autunno abbattendo drasticamente la produzione di castagne e marroni.
Non ci sono altre soluzioni, impegnarsi affinché il nostro ambiente possa dare i migliori frutti e tornare ad essere una vera risorsa per Raggiolo, per il Pratomagno, per il Casentino ed oltre.
La Brigata di Raggiolo è sempre impegnata in questo campo, promuovendo la conoscenza e la sensibilità ambientale, favorendo le buone pratiche e in molti casi attivandosi volenterosamente. È il caso dell’impegno per contrastare il cinipide del Castagno, adesso l’iniziativa è passata in mano ai privati cittadini che non hanno abbandonato lo spunto partito due anni fa proprio dalla Brigata. L’impegno di supportarli nelle maniere a noi possibili è un dovere morale ed ambientale che non possiamo farci sfuggire.
Il nostro impegno deve essere anche rivolto alla moltitudine di piccoli gesti che permettono di preservare il nostro territorio, gesti semplici derivanti da secolari tradizioni, come ripristinare gli sciacqui per le moltitudini di rivoli d’acqua, controllare i muri a secco, ripristinare i sentieri sparsi nel territorio, bastano piccoli gesti per preservare la nostra integrità.
Con questa passione magari non riusciremo ad evitare di far nascere un piccolo castagno il 23 dicembre, decretandone la triste fine a causa delle normali ondate di gelo invernale, ma di sicuro potremo continuare ad assistere e a meravigliarci di fronte alla magnifica essenza del bosco e della natura, alla quale siamo e saremo sempre indissolubilmente legati.

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