Questa volta non scriverò degli eventi de La Brigata di
Raggiolo, e neanche del Paese stesso, questa volta racconterò una vicenda che
riguarda l’ambiente circostante, vivo ed attivo nonostante il periodo sonnolento
dell’inverno.
L’episodio comincia naturalmente a Raggiolo, precisamente
presso la Bottega del Gambini, punto fisso della vita paesana, all’interno del
Bar c’erano due avventori, raggiolatti doc, uno di questi era Luciano Zacchi.
Il fine pomeriggio di martedì 23 dicembre appena passato porta ovviamente a
fermarsi più del solito per fare due chiacchiere e per scambiare gli auguri
natalizi, magari parlando del presepe e dell’albero in Piazza, della nuova
lastricatura della Piazza o del seccatoio del Cavallari in fase di restauro. Ma
l’argomento più tirato in ballo, è, ormai dalla notte dei tempi, il tempo
meteorologico, con la classica affermazione che non esistono più le stagioni di
una volta. Ebbene si, anche questa volta il discorso virò sulle temperature
troppo calde e sulla pioggia mancante,
fino a che Luciano esclamò: “Ce l’hai la macchina fotografica? Vieni con me, ti
porto a vedere una cosa che non hai mai visto e che neanche io ho mai visto in
tutta la mia vita, bastano 5 minuti”. Sorpreso dall’affermazione ed
effettivamente incuriosito mi sono lasciato convincere nonostante l’ora si
avvicinava sempre più alla cena. Ebbene, in quei fatidici 5 minuti, siamo
saliti sul fuoristrada, abbiamo raggiunto la Raggiolana, la zona sopra Raggiolo,
seguendo la strada sterrata che si inerpica nel bosco, proseguito ancora per
poco fino a che Luciano si è fermato, ha accostato in modo che i fari illuminassero
la base di un bellissimo castagno. A questo punto devo ammettere che in quei 5
minuti ho pensato a fantastiche e mirabolanti scoperte, in realtà i fari hanno
illuminato tre piccole piantine di castagno appena nate, proprio quelle in
fotografia.
Mistero svelato, ecco quello che dovevo vedere e non avrei
mai dovuto aver visto in vita mia, eppure di castagni, grandi o piccoli ne ho
sempre visti e non solo io. Ma è il contesto che rende questo evento
straordinario, è il 23 dicembre, pieno inverno, quando mai i castagni sbocciano
in inverno? In effetti se ci riflettiamo è qualcosa di meraviglioso ma anche di
tremendo.
Solo gli occhi esperti di Luciano potevano accorgersi di una
minuscola piantina sul ciglio della strada, ai piedi di un maestoso castagno Raggiolano.
Questo fatto ci deve far riflettere, un lavoratore del bosco che in vita sua
non ha mai visto niente del genere è un segno inconfondibile, la natura è in
continua evoluzione e ci stiamo veramente avvicinando ai tanto proclamati
cambiamenti climatici? È prematuro dirlo, ma di sicuro non possiamo restare
indifferenti, la nostra priorità di salvaguardia ambientale deve essere e
restare sempre alta
dissesto idrogeologico da una parte e maltrattamento del
bosco da parte di chi lo attraversa dall’altra non fanno che deprimere le
possibilità di sviluppo anche economico che abbiamo. Per non parlare del
cinipide galligeno del castagno, la malattia frutto della globalizzazione ha
mostrato il suo terribile potere questo autunno abbattendo drasticamente la produzione
di castagne e marroni.
Non ci sono altre soluzioni, impegnarsi affinché il nostro
ambiente possa dare i migliori frutti e tornare ad essere una vera risorsa per
Raggiolo, per il Pratomagno, per il Casentino ed oltre.
La Brigata di Raggiolo è sempre impegnata in questo campo,
promuovendo la conoscenza e la sensibilità ambientale, favorendo le buone
pratiche e in molti casi attivandosi volenterosamente. È il caso dell’impegno
per contrastare il cinipide del Castagno, adesso l’iniziativa è passata in mano
ai privati cittadini che non hanno abbandonato lo spunto partito due anni fa
proprio dalla Brigata. L’impegno di supportarli nelle maniere a noi possibili è
un dovere morale ed ambientale che non possiamo farci sfuggire.
Il nostro impegno deve essere anche rivolto alla moltitudine
di piccoli gesti che permettono di preservare il nostro territorio, gesti
semplici derivanti da secolari tradizioni, come ripristinare gli sciacqui per
le moltitudini di rivoli d’acqua, controllare i muri a secco, ripristinare i
sentieri sparsi nel territorio, bastano piccoli gesti per preservare la nostra
integrità.
Con questa passione magari non riusciremo ad evitare di far
nascere un piccolo castagno il 23 dicembre, decretandone la triste fine a causa
delle normali ondate di gelo invernale, ma di sicuro potremo continuare ad
assistere e a meravigliarci di fronte alla magnifica essenza del bosco e della
natura, alla quale siamo e saremo sempre indissolubilmente legati.
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