Si
chiude un capitolo importante della storia di Raggiolo. Con vero dispiacere.
Era per tutti “La Bottega”, ed era aperta da qualche secolo, passata di generazione
in generazione nella famiglia Gambini. Come un tesoro da custodire. Un blasone.
Posta alla fine della piazza storica, nel perimetro dell'antico castello, la
piccola entrata con la maniglia cigolante, il grande scoglio sulla destra, la
penombra e la sala del gioco, che un tempo sapeva di sigaro e di vino, dove gli
uomini “battevano le nocche”, cioè giocavano a carte, poi divenuta la saletta
del bar. Qui 25 anni fa nacque la Brigata di Raggiolo: eravamo proprio quattro
amici al bar del Gambini. L'antica cassetta delle lettere del Regno d'Italia fa
ancora bella mostra a fianco della porta a ricordare il lignaggio del posto.
Sopra campeggiava la scritta Vini e alimentari. E l'insegna blu e bianca
Sali e Tabacchi, la n.1 del Comune di Ortignano Raggiolo. Era l'ultima
bottega rimasta in tutto il Comune. Un campione di resistenza. Sempre aperta,
era il luogo sociale per antonomasia di Raggiolo, il punto di riferimento di
chi andava e di chi veniva, il centro discreto di smistamento di ogni
chiacchera, di ogni indiscrezione, di opinioni e giudizi, di tanti servizi,
come si usa nei paesi. Un piccolo mondo, un luogo vivo. Un tempo c'era anche
un'altra insegna, quella gialla e nera del posto pubblico del telefono. Chi non
ricorda la cabina telefonica col contascatti e il numero di telefono di
Raggiolo, il mitico (0575)514000? E l'arrivo del furgone del pane? (per la
schiacciata solo precise prenotazioni, please) E quello del latte fresco
(quantità altrettanto precise) e del giornale (rigorosamente La Nazione e mai
di domenica)? E che profumo il prosciutto, che aroma la soprassata. Ah il
formaggio e che sapore la spalla...Vino e birre, toscani e sigarette. Quante
chiacchiere e quante risate seduti sulla panchina e sulle scalette, vicino alla
bacheca della Brigata. Quante stagioni sono passate dal grembiule bianco di
Leda ai tacchi alti di Rosanna, quanti anni dalla bottega di Menghino a quella
di Beppino e di Emma, di Gastone e Nunziatina... Fino a Daniele e Rosanna, che
qui ringraziamo per il servizio di tutti questi anni. Come faremo senza? Ci si
stringe il cuore, quasi come è già stretto quello di Daniele. Addio Bottega del
Gambini, come potremo mai dimenticare la tua porta aperta sulla primavera e
sullo scrosciare del fiume?
Ogni
fine settimana Raggiolo è frequentato da turisti con mappe e macchine
fotografiche e ...nulla che li accoglie. Non ci resta che sperare nella
Provvidenza? Confidando nel suo aiuto lanciamo un appello a chi ha spirito
imprenditoriale, convinti che una novità con idee diverse dal solito troverebbe
spazio economico per lavorare. Raggiolo ne ha proprio bisogno.
Mi dispiace tanto Daniele amico mio.un saluto a tutti
RispondiEliminaQuante merende ci ho fatto 😭😭😭 se ne và anche un pezzo di me.
RispondiEliminaChi sei che ai fatto tante merende da Daniele?
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